Claudio Marchesini

Perito Informatico Forense

Affidabilità, Competenza, Riservatezza nelle indagini digitali e nella sicurezza informatica.

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Indagini forensi su dipendente per furto di dati

Il furto di dati da parte di un dipendente, o "insider threat", è una delle minacce più dannose e sottovalutate per un'azienda. A differenza di un attacco hacker esterno, il furto interno proviene da chi ha già le "chiavi di casa": un dipendente, un manager, un consulente o un ex-dipendente che, prima di lasciare l'azienda, decide di sottrarre know-how, liste clienti, segreti commerciali o progetti strategici.

Spesso, questi dati finiscono nelle mani di un concorrente o vengono usati per avviare una nuova attività in palese concorrenza sleale. Il sospetto da solo, però, non basta. Per agire legalmente, licenziare per giusta causa o richiedere un risarcimento danni, servono prove. E non prove qualsiasi: servono prove digitali inconfutabili e acquisite legalmente.

In qualità di periti informatici forensi, il nostro compito è condurre indagini forensi su dipendenti per scoprire la verità e "cristallizzare" le prove digitali in modo che abbiano pieno valore in tribunale. Questo articolo spiega come operiamo, quali sono i campanelli d'allarme e perché un'azione impulsiva può compromettere l'intero caso.

I segnali d'allarme: quando sospettare un furto di dati?

Un furto di dati non sempre è palese. Spesso è un'attività silente, pianificata per settimane. I sospetti più fondati emergono quasi sempre in concomitanza con le dimissioni del dipendente, specialmente se destinate a un'azienda concorrente.

Ecco i principali segnali d'allarme che dovrebbero spingere un'azienda a un'analisi immediata:

  • Attività anomala fuori orario: Accessi ai server, download o invio di email in orari insoliti (notte, weekend).
  • Utilizzo massiccio di dispositivi USB: Collegamento frequente di hard disk esterni o chiavette USB non autorizzate.
  • Invio di email a indirizzi personali: L'inoltro sistematico di email aziendali a indirizzi privati (Gmail, Outlook.com) o l'invio di allegati sospetti.
  • Upload su servizi Cloud: Un traffico di rete anomalo verso servizi come WeTransfer, Dropbox o Google Drive, specialmente se non usati per prassi aziendale.
  • Cancellazioni di massa: Il tentativo di "pulire" il proprio PC cancellando grandi quantità di file o cronologia poco prima di riconsegnare il computer.
  • Consultazione di dati non pertinenti: Un dipendente commerciale che accede a file tecnici o un tecnico che scarica l'intero database clienti.

L'Errore Fatale: il "Fai-da-Te" e il Rischio di Invalidare le Prove

Quando sorge un sospetto, la prima reazione dell'imprenditore o del responsabile IT è quella di "andare a controllare". Si accende il PC del dipendente, si apre la sua casella email, si "curiosa" tra i file. Questo è l'errore più grave che si possa commettere.

Perché?

  1. Inquinamento della Prova: Il semplice avvio del PC e l'apertura di un file alterano irrimediabilmente i metadati (come la data di "ultimo accesso"). Questo rende impossibile dimostrare quando *veramente* il dipendente ha toccato quel file l'ultima volta.
  2. Invalidità Legale: Un'acquisizione non forense delle prove (es. un "copia-incolla" dei file o uno screenshot) non ha alcun valore in tribunale. Un bravo avvocato di controparte la smonterà in pochi minuti, sostenendo che le prove sono state alterate o create ad arte.
  3. Violazione della Privacy: Agire senza un piano d'indagine corretto può esporre l'azienda a contestazioni sulla privacy e violazioni dello Statuto dei Lavoratori (Art. 4, L. 300/1970).

Se sospettate un furto di dati, l'unica azione corretta è: scollegare il PC dalla rete e dalla corrente e chiamare un consulente forense. Non accendetelo.

Il Metodo Forense: Come si Svolge un'Indagine a Norma di Legge

Un'indagine forense per furto di dati è un processo rigoroso che garantisce l'integrità e l'ammissibilità delle prove. Non lasciamo nulla al caso.

1. Acquisizione Forense (La Copia Conforme ISO 27037)

È il momento più critico. Non lavoriamo mai sul computer originale (il "reperto"). Utilizziamo un write-blocker (un dispositivo hardware che impedisce fisicamente qualsiasi scrittura sul disco) per creare un'immagine forense.

Questa è una copia "bit-per-bit" (un clone perfetto) dell'hard disk o dell'SSD del dipendente. L'intero processo segue le linee guida internazionali dello standard ISO/IEC 27037:2012 ("Information technology — Security techniques — Guidelines for identification, collection, acquisition, and preservation of digital evidence").

Questo standard garantisce che l'acquisizione sia documentata, ripetibile e verificabile. Calcoliamo inoltre un valore hash (un'impronta digitale unica) sia del disco originale sia della copia: i due valori devono combaciare, dimostrando al giudice che la copia è identica all'originale e non è stata alterata.

2. Analisi Forense: Cosa Cerchiamo (e Troviamo)

Una volta creata la copia forense, l'originale viene sigillato e conservato. L'analisi vera e propria si svolge solo sulla copia, utilizzando software forensi specializzati (come EnCase, Magnet AXIOM, FTK).

La nostra analisi va a cercare:

  • File Cancellati: Eseguiamo un "data carving" per recuperare file, email e documenti che il dipendente ha tentato di eliminare (spesso svuotando il cestino).
  • Dispositivi USB Collegati: Ricostruiamo la cronologia di ogni chiavetta USB o hard disk esterno collegato al PC, con data, ora e, a volte, persino il modello e il numero di serie del dispositivo.
  • Movimentazione dei File: Analizziamo i metadati per provare quando i file (es. "lista_clienti.xlsx") sono stati copiati sul dispositivo esterno.
  • Attività Cloud e Webmail: Ricostruiamo la cronologia di navigazione (anche quella "cancellata") per trovare le prove di upload su WeTransfer, Dropbox o accessi a email personali per l'invio di dati.
  • Analisi delle Email: Verifichiamo l'invio di allegati sospetti, la creazione di "regole" di inoltro automatico o la presenza di email compromettenti nelle bozze o nella posta eliminata.

3. La Relazione Tecnica (Perizia Forense)

L'indagine si conclude con la redazione di una perizia tecnica forense. Questo non è un semplice report: è un documento legale che spiega l'intera metodologia (compreso il rispetto dello standard ISO 27037) e presenta le prove in modo chiaro e cronologico. La perizia è redatta per essere compresa da avvocati e giudici e per essere utilizzata in sede di giudizio.

Conseguenze Legali: Licenziamento, Concorrenza Sleale e Risarcimento

Una perizia informatica che attesta il furto di dati è la base per azioni legali concrete:

  • Licenziamento per Giusta Causa: La sottrazione di dati aziendali strategici costituisce una gravissima violazione del vincolo fiduciario e giustifica il licenziamento immediato senza preavviso.
  • Azione per Concorrenza Sleale (Art. 2598 c.c.): Se l'ex dipendente (o la sua nuova azienda) utilizza il know-how o le liste clienti rubate, la perizia è la prova regina in una causa per concorrenza sleale per richiedere l'inibitoria e un cospicuo risarcimento del danno.
  • Azione Penale: A seconda della gravità, si possono configurare reati come l'Art. 615-ter c.p. (Accesso abusivo a un sistema informatico) o l'Art. 623 c.p. (Rivelazione di segreti scientifici o industriali).

Domande Frequenti (FAQ)

È legale analizzare il PC di un dipendente?

Sì, ma a condizioni precise. I controlli sui PC aziendali sono legittimi se c'è un fondato sospetto di un illecito (come il furto di dati) e se si rispettano le linee guida del Garante della Privacy e lo Statuto dei Lavoratori. È fondamentale che il PC sia uno strumento di lavoro aziendale e che l'indagine sia "mirata" a verificare l'illecito, senza sfociare in un controllo massivo e indiscriminato sulla vita privata. Per questo è essenziale affidarsi a consulenti che operano nel rispetto della normativa.

Quanto tempo ci vuole per un'indagine?

L'acquisizione forense (la copia) è rapida e può essere fatta in poche ore, spesso anche presso la sede del cliente per non fermare l'operatività. L'analisi in laboratorio è la fase più lunga e complessa, che può richiedere da alcuni giorni a diverse settimane, a seconda della quantità di dati da analizzare.

E se il dipendente ha usato il suo PC personale (BYOD - Bring Your Own Device)?

Questo è lo scenario più complesso. L'analisi forense su un dispositivo personale non può essere fatta unilateralmente dall'azienda, ma richiede il consenso del dipendente o, in caso di causa, un ordine del giudice. È fondamentale consultare immediatamente un legale.

Conclusione: Proteggere il Know-How è Proteggere l'Azienda

Il vostro know-how e i vostri clienti sono il patrimonio più prezioso della vostra azienda. Un dipendente infedele può vanificare anni di lavoro in poche ore. Di fronte a un sospetto di furto di dati, l'impulsività è vostra nemica, mentre la metodologia è la vostra migliore alleata.

Un'indagine forense condotta secondo gli standard internazionali (come l'ISO 27037) non serve solo a punire un colpevole, ma a difendere il futuro stesso della vostra impresa, fornendo prove certe per le sedi legali appropriate.

Sospetti un furto di dati da parte di un dipendente?

Non aspettare che sia troppo tardi. Contatta il nostro studio per una consulenza preliminare riservata e gratuita. Analizzeremo il tuo caso e ti forniremo la soluzione migliore per proteggere la tua privacy e i tuoi diritti.

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