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Contatta il PeritoIl furto di dati da parte di un dipendente, o "insider threat", è una delle minacce più dannose e sottovalutate per un'azienda. A differenza di un attacco hacker esterno, il furto interno proviene da chi ha già le "chiavi di casa": un dipendente, un manager, un consulente o un ex-dipendente che, prima di lasciare l'azienda, decide di sottrarre know-how, liste clienti, segreti commerciali o progetti strategici.
Spesso, questi dati finiscono nelle mani di un concorrente o vengono usati per avviare una nuova attività in palese concorrenza sleale. Il sospetto da solo, però, non basta. Per agire legalmente, licenziare per giusta causa o richiedere un risarcimento danni, servono prove. E non prove qualsiasi: servono prove digitali inconfutabili e acquisite legalmente.
In qualità di periti informatici forensi, il nostro compito è condurre indagini forensi su dipendenti per scoprire la verità e "cristallizzare" le prove digitali in modo che abbiano pieno valore in tribunale. Questo articolo spiega come operiamo, quali sono i campanelli d'allarme e perché un'azione impulsiva può compromettere l'intero caso.
Un furto di dati non sempre è palese. Spesso è un'attività silente, pianificata per settimane. I sospetti più fondati emergono quasi sempre in concomitanza con le dimissioni del dipendente, specialmente se destinate a un'azienda concorrente.
Ecco i principali segnali d'allarme che dovrebbero spingere un'azienda a un'analisi immediata:
Quando sorge un sospetto, la prima reazione dell'imprenditore o del responsabile IT è quella di "andare a controllare". Si accende il PC del dipendente, si apre la sua casella email, si "curiosa" tra i file. Questo è l'errore più grave che si possa commettere.
Perché?
Se sospettate un furto di dati, l'unica azione corretta è: scollegare il PC dalla rete e dalla corrente e chiamare un consulente forense. Non accendetelo.
Un'indagine forense per furto di dati è un processo rigoroso che garantisce l'integrità e l'ammissibilità delle prove. Non lasciamo nulla al caso.
È il momento più critico. Non lavoriamo mai sul computer originale (il "reperto"). Utilizziamo un write-blocker (un dispositivo hardware che impedisce fisicamente qualsiasi scrittura sul disco) per creare un'immagine forense.
Questa è una copia "bit-per-bit" (un clone perfetto) dell'hard disk o dell'SSD del dipendente. L'intero processo segue le linee guida internazionali dello standard ISO/IEC 27037:2012 ("Information technology — Security techniques — Guidelines for identification, collection, acquisition, and preservation of digital evidence").
Questo standard garantisce che l'acquisizione sia documentata, ripetibile e verificabile. Calcoliamo inoltre un valore hash (un'impronta digitale unica) sia del disco originale sia della copia: i due valori devono combaciare, dimostrando al giudice che la copia è identica all'originale e non è stata alterata.
Una volta creata la copia forense, l'originale viene sigillato e conservato. L'analisi vera e propria si svolge solo sulla copia, utilizzando software forensi specializzati (come EnCase, Magnet AXIOM, FTK).
La nostra analisi va a cercare:
L'indagine si conclude con la redazione di una perizia tecnica forense. Questo non è un semplice report: è un documento legale che spiega l'intera metodologia (compreso il rispetto dello standard ISO 27037) e presenta le prove in modo chiaro e cronologico. La perizia è redatta per essere compresa da avvocati e giudici e per essere utilizzata in sede di giudizio.
Una perizia informatica che attesta il furto di dati è la base per azioni legali concrete:
Sì, ma a condizioni precise. I controlli sui PC aziendali sono legittimi se c'è un fondato sospetto di un illecito (come il furto di dati) e se si rispettano le linee guida del Garante della Privacy e lo Statuto dei Lavoratori. È fondamentale che il PC sia uno strumento di lavoro aziendale e che l'indagine sia "mirata" a verificare l'illecito, senza sfociare in un controllo massivo e indiscriminato sulla vita privata. Per questo è essenziale affidarsi a consulenti che operano nel rispetto della normativa.
L'acquisizione forense (la copia) è rapida e può essere fatta in poche ore, spesso anche presso la sede del cliente per non fermare l'operatività. L'analisi in laboratorio è la fase più lunga e complessa, che può richiedere da alcuni giorni a diverse settimane, a seconda della quantità di dati da analizzare.
Questo è lo scenario più complesso. L'analisi forense su un dispositivo personale non può essere fatta unilateralmente dall'azienda, ma richiede il consenso del dipendente o, in caso di causa, un ordine del giudice. È fondamentale consultare immediatamente un legale.
Il vostro know-how e i vostri clienti sono il patrimonio più prezioso della vostra azienda. Un dipendente infedele può vanificare anni di lavoro in poche ore. Di fronte a un sospetto di furto di dati, l'impulsività è vostra nemica, mentre la metodologia è la vostra migliore alleata.
Un'indagine forense condotta secondo gli standard internazionali (come l'ISO 27037) non serve solo a punire un colpevole, ma a difendere il futuro stesso della vostra impresa, fornendo prove certe per le sedi legali appropriate.
Non aspettare che sia troppo tardi. Contatta il nostro studio per una consulenza preliminare riservata e gratuita. Analizzeremo il tuo caso e ti forniremo la soluzione migliore per proteggere la tua privacy e i tuoi diritti.
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