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Contatta il PeritoRicevere messaggi minatori, commenti diffamatori o subire atti di stalking da un account anonimo su Instagram è un'esperienza frustrante e spesso spaventosa. La sensazione di impotenza è amplificata dal fatto che chi si nasconde dietro un profilo "fake" (spesso con foto rubate o nessun contenuto) si sente intoccabile, protetto dallo schermo e dall'anonimato apparente della piattaforma.
La domanda che, come perito forense, mi viene posta più spesso è proprio questa: "Esiste un modo tecnico per capire chi è veramente il proprietario di un account anonimo su Instagram?".
La risposta è complessa. Internet è pieno di false promesse, "hacker" truffaldini e app miracolose che non funzionano. La verità è che smascherare un profilo fake è un processo che combina tecniche di OSINT (Open Source Intelligence) con una rigorosa procedura legale e forense.
In questo articolo, analizzeremo cosa si può fare da soli (e i suoi limiti), quali sono i rischi delle soluzioni "facili" e qual è l'unica strada percorribile legalmente per obbligare Instagram (Meta) a rivelare l'identità del colpevole.
Prima di intraprendere azioni legali, esistono alcune tecniche investigative lecite che possono aiutare a restringere il cerchio dei sospettati. Queste tecniche non forniscono una "prova regina" valida in tribunale, ma possono fornire indizi preziosi se avete già un sospetto (ad esempio un ex partner, un collega o un "amico").
Un trucco classico, ma talvolta efficace, sfrutta la funzione di recupero password di Instagram.
Andando sulla pagina di login e inserendo il nome utente del profilo anonimo, cliccate su "Password dimenticata". Instagram mostrerà un messaggio del tipo: "Abbiamo inviato un'email a m*******@g****.com" o un SMS a un numero che termina con due cifre specifiche.
Cosa scoprite: Non avrete l'email completa (per motivi di privacy), ma l'iniziale, il provider (es. Gmail, Libero) e la lunghezza dell'indirizzo possono confermare o smentire i vostri sospetti se conoscete l'email della persona che state immaginando.
Se avete il numero di telefono della persona che sospettate essere dietro il profilo fake:
Se l'account anonimo appare tra i suggerimenti, c'è un'alta probabilità che sia collegato a quel numero di telefono.
Gli esseri umani sono abitudinari. Spesso chi crea un profilo fake riutilizza lo stesso username (o varianti simili) su altri siti, forum o piattaforme di gioco. Una ricerca su Google del nickname (o l'uso di tool OSINT come Sherlock o Namechk) può rivelare collegamenti con profili reali.
Allo stesso modo, una ricerca inversa per immagini (usando Google Lens o Tineye) sulla foto profilo (se presente) può rivelare se è stata rubata da internet o se appartiene a un'altra persona reale.
Nella disperazione di voler sapere come capire chi è veramente dietro ad un account anonimo su Instagram, molti cadono vittime di truffe.
Su Telegram e sul Dark Web è pieno di sedicenti hacker che promettono di "bucare" il profilo Instagram e dirvi chi è il proprietario per poche centinaia di euro. Nel 99% dei casi, sono truffatori. Prenderanno i vostri soldi e spariranno, o peggio, cercheranno di ricattarvi.
La tecnica di inviare un link "trappola" (IP Logger) alla vittima per catturare il suo indirizzo IP è tecnicamente fattibile, ma legalmente rischiosa e spesso inutile:
Se le tecniche "fai-da-te" non bastano e la molestia è grave (stalking, diffamazione, minacce), l'unica via per smascherare l'anonimo è quella legale-forense. Instagram (che è di proprietà di Meta) è un'azienda americana che tutela la privacy dei suoi utenti in modo ferreo. Non fornirà mai i dati dell'utente a voi privati, né al vostro avvocato, tramite una semplice lettera.
Instagram fornisce i dati (indirizzo IP di creazione, numero di telefono associato, email, log di accesso) solo ed esclusivamente su richiesta della Magistratura (Procura della Repubblica) o della Polizia Postale, a seguito di una denuncia querela.
Il processo corretto è il seguente:
Prima di andare dalla Polizia, dovete assicurarvi di avere le prove. Lo screenshot non basta. Come ripeto spesso, uno screenshot può essere facilmente falsificato e un giudice potrebbe non ritenerlo una prova sufficiente per avviare una rogatoria internazionale verso Meta.
È necessario l'intervento di un perito informatico che esegua un'acquisizione forense del profilo e dei messaggi/post incriminati. Questa operazione deve seguire lo standard internazionale ISO/IEC 27037:2012.
Il perito:
Questa relazione tecnica serve ad avere elementi solidi per aprire un fascicolo.
Con la relazione tecnica in mano, il vostro avvocato redige una denuncia querela contro ignoti. I reati ipotizzabili possono essere Diffamazione aggravata (Art. 595 c.p.), Atti persecutori/Stalking (Art. 612-bis c.p.) o Sostituzione di persona (Art. 494 c.p.).
Se il Pubblico Ministero ritiene che ci siano i presupposti (il reato è grave e la prova è solida), emette un ordine di esibizione o una rogatoria verso Meta Platforms Ireland Ltd. (o Inc. negli USA).
Solo a questo punto Instagram è obbligata a fornire:
Una volta ottenuto l'indirizzo IP da Instagram, la Procura contatta il fornitore di servizi internet italiano (es. TIM, Vodafone, WindTre) chiedendo: "Chi stava usando questo indirizzo IP in questo preciso giorno e ora?".
Il provider risponde fornendo l'intestatario della linea telefonica. A quel punto, "ignoto" ha un nome e un cognome.
Capire chi si nasconde dietro un account anonimo su Instagram non è un'operazione che si risolve con un'app scaricata dallo store. È un percorso che richiede pazienza e competenza.
Se siete vittime di reati seri, non perdete tempo con screenshot inutili o "investigatori" improvvisati. La strada corretta inizia con la preservazione forense delle prove secondo gli standard ISO 27037. Solo presentando prove inattaccabili potete convincere l'autorità giudiziaria ad attivare i poteri necessari per strappare il velo dell'anonimato digitale.
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